"Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni" Martin Luther King
"Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni" Martin Luther King
Che cos’è il bullismo?
Il bullismo viene definito come una pressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra persona più debole.
Una relazione tra soggetti che possa prendere questo nome deve soddisfare tre condizioni:
1) Intenzionalità: si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta.
2) Persistenza nel tempo: queste azioni sono reiterate nel tempo.
3) Asimmetria della relazione: sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).
Come si manifesta il bullismo?
Possiamo individuare tre tipologie di comportamenti che rientrano a pieno titolo nella definizione di bullismo:
1) Il bullismo verbale: provocazioni; minacce; insulti; commenti sessuali inappropriati.
2) Il bullismo sociale: finalizzato a danneggiare la reputazione e le relazioni sociali della vittima con azioni precise come isolare qualcuno di proposito, dire ai bambini di non essere amici della vittima, metterla in imbarazzo, diffamare.
3) Il bullismo fisico: comportamenti maneschi e violenti, ma anche la sottrazione o distruzione di oggetti personali.
A queste tre categorie possiamo aggiungere anche il cyberbullismo che si manifesta attraverso Internet o il telefono cellulare e che rende spesso difficile smascherare il cyberbullo.
In realtà, in ogni storia di bullismo non c’è mai un vincitore e nemmeno un vinto: c’è solo un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole e approfitta dell’incompetenza e dell’analfabetismo emotivo che domina l’ambiente in cui entrambi vivono e si muovono per affermare un potere fittizio.
Bullismo nello sport
Il bullismo è un fenomeno che può verificarsi tanto nella vita scolastica/sociale quanto nello sport. Nell’ambito sportivo lo ritroviamo sia negli sport individuali che in quelli di squadra, tanto negli spogliatoi quanto durante gli allenamenti, le gare o le partite: si prende di mira un compagno e lo si aggredisce con insulti pesanti, in genere riferiti alla sfera sessuale, fino a forme di violenza fisica.
Accanto al bullismo vero e proprio, possono esserci forme meno marcate e più subdole, in cui il ragazzo o la ragazza vengono presi in giro ad esempio per l’altezza, il peso, la provenienza geografica, l’abbigliamento o altri aspetti che vengono fatti percepire come difetti da ridicolizzare.
Per affrontare questo problema è importante lavorare sul gruppo squadra. La coesione del gruppo è l’arma più forte per essere uniti e avere successo. Una buona coesione si forma tenendo conto di quattro fattori principali: ambientali, personali, di leadership e di squadra. L’allenatore deve essere in grado di far esaltare ogni aspetto a seconda dell’individuo e della squadra. Per fare ciò è utile utilizzare esercizi mirati di team building, ne elenchiamo alcuni nella seguente tabella:
Ludovico Aldasio, 4 milioni di follower su Instagram. Dapprima conosciuto come il The Goodmornig Man, poi impegnato al fianco di personalità del mondo dello spettacolo contro il cyberbullismo racconta la sua esperienza in occasione della giornata mondiale contro il bullismo. «A scuola iniziarono a prendermi in giro per il colore dei miei capelli - dice - In quel periodo adolescenziale avevo anche problemi di acne, e così arrivavano battute anche sul mio aspetto. Per cercare di nascondere le imperfezioni, normali in età adolescenziale, mi truccavo spesso».
A segnare l'adolescenza di Ludovico fu un episodio in particolare. «Un giorno, ricordo di aver esagerato con il fondotinta, ne avevo messo troppo. Iniziano a scattarmi delle foto, a ridere di me. Poi arrivarono le minacce: mi chiesero soldi per eliminare quelle immagini. Scappai in bagno e iniziai a piangere. Quando tornai in classe, il trucco si era rovinato, il fondotinta era a macchie sul mio viso. Quel giorno tornai a casa con la sensazione di non voler più andare a scuola. Mi odiavo, non mi piacevo, mi vergognavo della mia persona».
«Dopo un po' di tempo, alcuni compagni mi mostrano una pagina Facebook creata apposta per prendermi in giro. Il nome era offensivo, le mie foto venivano pubblicate ogni giorno. Questo mi rese ancora più chiuso, più spaventato. Avevo paura persino di me stesso, di uscire, di sentirmi osservato. In realtà nessuno mi guardava davvero, ma io mi sentivo costantemente giudicato».
Il creator, che è riuscito a riscattarsi grazie al proprio lavoro e ai propri sogni lavorando in radio e sui social. «Mi sono sempre chiesto se chi mi tormentava si rendesse conto di quanto male potesse fare. Per loro erano battute, per me era un dolore costante che mi portavo a casa, in silenzio. Non ne parlavo con nessuno, ma vivevo situazioni di forte ansia. - dice - Oggi vedo la mia storia come una rivalsa personale. Sono passato dall’essere minacciato, ricattato, terrorizzato dall’idea di una mia foto sui social, a essere io la prima persona ad autorizzare me stesso a mostrarmi per quello che sono. Ho chiuso quel capitolo della mia vita. Fortunatamente, sono riuscito ad andare avanti. Ma so che non tutti ne escono».
Infine appello accorato a tutti i giovani che come lui si trovano ad affrontare l'odio in rete e non solo, tema al centro della campagna "No al Bullismo" portata avanti con Riccardo Vatovec. «È importante trovare la forza di combattere, di non arrendersi. Bisogna ricordare, sempre, che non si è mai da soli».
Il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel 2017 su iniziativa del Miur nell’ambito del Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola.
Il bullismo e il cyberbullismo sono caratterizzati da manifestazioni violente e intenzionali, di tipo verbale, fisico, sociale, ripetute nel tempo da parte di un singolo o da più persone, anche online (cyberbullismo).
Esiste uno squilibrio di potere tra chi aggredisce, per ferire e umiliare, e chi subisce e non riesce a difendersi.
Si tratta di fenomeni che esprimono scarsa tolleranza e non accettazione verso chi è ritenuto diverso per etnia, per religione, per caratteristiche psicofisiche, per genere, per identità di genere, per orientamento sessuale e per particolari realtà familiari.
Fatti e cifre
Secondo i dati della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children - HBSC Italia 2022, gli atti di bullismo subìti a scuola sono più frequenti nei più piccoli (11 – 13 anni) e nelle ragazze; per il bullismo le proporzioni sono simili a quelle del 2017/18. Il fenomeno del cyberbullismo è in crescita nelle ragazze e nei ragazzi di 11 e 13 anni. I due fenomeni decrescono al crescere dell’età.
Il bullismo riguarda entrambi i sessi, non solo i maschi. Si tratta di un fenomeno caratterizzato da azioni prepotenti, violente e intimidatorie (molestie verbali, aggressioni fisiche, forme di persecuzione, etc.) esercitate intenzionalmente e ripetutamente da una persona o da un gruppo di persone, su una vittima, anche online (cyberbullismo).
Bullismo
I dati HBSC Italia evidenziano che gli 11enni vittime di bullismo sono il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
Cyberbullismo
Secondo quanto emerge dalla Sorveglianza HBSC Italia, nella fascia di età 11 anni risultano vittime di cyberbullismo il 17,2% dei maschi e il 21,1% delle femmine; i 13enni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze; gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine.
Il ministero della Salute partecipa al Gruppo di Lavoro nazionale per la Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) Italia insieme all’Istituto Superiore di Sanità, all’Università degli Studi di Torino, all’Università degli Studi di Padova, all’Università degli Studi di Siena, al Ministero dell’Istruzione e del Merito e alle Regioni. L’indagine rappresenta lo strumento nazionale per il monitoraggio dei fattori e dei processi che possono determinare effetti sulla salute degli adolescenti, attraverso la raccolta di dati sulla salute, sui comportamenti ad essa correlati e sui loro determinanti.
Il Report del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale sui “Minorenni vittime di abusi” aggiornato al 2022 evidenzia che per quanto riguarda i casi di cyberbullismo si è registrato un incremento pari al 13%, tra l’anno 2020 e il 2021: nella fascia di età 0-9 anni i dati sono rimasti sostanzialmente identici mentre l’incremento maggiore ha riguardato la fascia di età 14-17 anni.
Per approfondire